domenica 29 aprile 2012

Secondo mese di Coppetta

Dopo la primissima esperienza del mese scorso eccomi di nuovo a parlarvi della coppetta mestruale.
L'altra volta ero presa dall'entusiasmo, dalla curiosità e dalla novità, adesso invece posso dire la mia a mente fredda e lucida su come mi sono trovata al mio secondo mese di utilizzo.
Questa vuole essere solo la mia esperienza, per poter far incuriosire all'uso di questa geniale soluzione. Essendo il mio secondo mese non sono un'esperta e quello che scrivo è solo per dire che non serve usare la coppetta da anni per averne tutti i vantaggi. Già dal primo giorno infatti, nonostante il mio stressante chiodo fisso: "ho la coppetta... ho la coppetta.. ho la coppetta.." è stato tutto molto semplice e naturale per me che non avevo mai usato nemmeno gli assorbenti interni. Anzi, la mia paura più grande era proprio di dimenticare di averla indossata, visto che se messa bene è totalmente "inesistente"!

Gambo sì gambo no
Per cominciare io ho la Fleurcup taglia M, che è quella più piccola, a sinistra, nella foto sotto. Come ho detto nel post precedente già dalla primissima volta ho tagliato tutto il gambo perché sembrava che la coppetta non volesse salire e mi dava parecchio fastidio. La prima volta che ho provato a toglierla mi sono però pentita perché nel momento di estrarla la "tipa" era invece salita eccome!
Adesso invece dopo diversi giorni di pratica devo dire che ho fatto bene, primo perché a me appena arriva il ciclo la coppetta non ne vuole sapere di salire ma resta bassa bassa per 3-4 ore, secondo perché non appena si ha più confidenza con la coppetta e soprattutto con il proprio corpo non si ha più il bisogno di afferrarla dal gambo.
Già con lo svuotamento della sera e il reinserimento la coppetta va da sola in posizione alta, quindi presumo dipenda dal collo dell'utero che cambia durante le fasi del ciclo.


La taglia giusta
Molte donne per beccare la coppetta giusta tra le tante marche e le diverse taglie dicono di aver fatto diversi acquisti per beccare quella ideale per loro. Io ho fatto centro al primo acquisto :D
Per via dell'età, di qualche piccolo passo sopra i 30, avrei dovuto optare per la taglia L, invece ripensando alle mie visite ginecologiche ho pensato che la M per me potesse essere adatta. A darmi conferma di questo è stato anche l'aver analizzato il mio flusso che essendo medio-scarso non avevo bisogno di particolari necessità di capienza. Avevo ragione!
Voglio specificare però che le due taglie della Fleurcup variano tra loro di diametro e capienza, ma non di lunghezza.


Inserimento e estrazione
L'inserimento, a parte il fatto che il primo giorno è bassa per me è stato facilissimo fin da subito. Non me lo aspettavo. Ero sicura che le prime volte l'avrei messa male, storta e invece tutto super semplice. La piegatura con la quale mi trovo benissimo è quella a bocciolo che è quella che riduce la coppetta nel minor diametro.
Vi metto anche il video così potete vederne diverse. Quella a bocciolo è la "Punchdown Fold".




L'estrazione per me è un po' più complessa, perché la mia coppetta a causa dell'effetto ventosa, nonostante le mie spinte non scende, o meglio, con la spinta scende, ma quando dopo la spinta rilascio eccola che torna su. Dopo il panico della prima volta però adesso non c'è problema, la vado a prendere semplicemente e l'accompagno verso l'uscita.
In pratica, la affianco col dito per tutta la sua lunghezza fino all'orlo, piego leggermente il bordo verso l'interno e le faccio perdere il sottovuoto, poi spingo, sempre restando affiancata col dito e scende tranquillamente.
A questo punto, a differenza di molte che la sfilano del tutto facendola oscillare dolcemente, io quando sta per uscire il bordo devo poi ripiegarla con le dita leggermente ad "u" altrimenti mi farebbe troppo male e questo implica delle fuoriuscite, che non sono preoccupanti di per sé, visto che mi trovo nel mio bagno, sul water e con di fianco il bidet, ma potrebbero essere un problema quando e se mi servirà di svuotarla in un bagno pubblico, dove ad esempio non c'è un lavandino privato, ma solo quelli nel corridoio principale. Sì, certo, posso portarmi una bottiglietta d'acqua, ma non mi basterebbe per pulirmi io e la coppetta...
Comunque, vista l'autonomia che la coppetta mi da (ne parlo ne prossimo paragrafo), credo di poter evitare tranquillamente queste manovre fuori casa con un po' di lungimiranza :D


Ogni quanto svuotarla?
Questo all'inizio era una preoccupazione. Il ciclo sappiamo tutte cos'è, ma chi prima dell'uso della coppetta sa anche "quanto" è? In poche, bisogna ammetterlo. Sappiamo se lo abbiamo scarso, normale o tipo Tsunami, ma quantificarlo praticamente è impossibile perché l'assorbente non consente questo tipo di controllo.
La prima volta che l'ho usata ho portato tutti i giorni il proteggi slip, tanto per sicurezza, adesso invece niente fin da subito.
Il primo giorno del primo ciclo con coppetta lo svuotamento l'ho fatto la sera prima di andare a letto, poco più di 12 ore da quando l'avevo indossata. Tutto ok, un dito di flusso.
La mattina dopo l'ho svuotata di nuovo (dopo la nottata) e era piena per metà. Sono andata tranquilla tutto il giorno senza pensieri. La sera però avevo un invito a cena e mi sono detta: "la svuoto quando torno!". Sono rientrata alle 2.00 di mattina ed era successo il fattaccio.. la coppetta aveva strabordato :/
E beh, povera coppetta, l'ho portata ininterrottamente per qualcosa come 17 ore di fila.. un assorbente si sarebbe arreso per molto meno!
Il terzo giorno tutto regolare, flusso scarso.
Questo mese però, a memoria della prima esperienza, il secondo giorno sono stata previdente e l'ho svuotata con largo anticipo, intorno alle 17,00 del pomeriggio e poi l'ho risvuotata tranquillamente la mattina dopo ;)
Per ricapitolare, nel mio caso, ma è il caso di molte, la coppetta è sufficiente svuotarla 2 volte a giorno, comodo no?

Igiene e cura
Questa parte è semplicissima. La coppetta la conservo in un sacchettino di lino cucito da mia madre e ricavato da degli avanzi di stoffa di un vecchie lenzuola (vecchie di età, non logore, il lino infatti è perfetto). Alle prime avvisaglie di ciclo la faccio bollire per 5-7 minuti, la lascio raffreddare, la piego, inumidisco il bordo con un po' d'acqua e poi la inserisco.
Ad ogni cambio la sciacquo solo con abbondante acqua e basta, senza sapone o altro, stando però attenta che i forellini sotto al bordo non siano ostruiti, ma belli liberi e puliti.
Quando è il momento di riporla la lavo con sapone neutro e poi la tengo in ammollo per mezza giornata in una soluzione di acqua e Amuchina. Lo so, molte diranno che non sì fa, che non è ecologico e potrebbe essere tossico. Io lo faccio perché toglie meglio i cattivi odori ed evita l'ingiallimento del silicone. Non mi va di vedere la coppetta che man mano diventa gialla e brutta da sembrare sporca. Sarebbe igienizzata lo stesso anche con la sola bollitura, ma io non mi sentirei a posto con lei tutta giallognola.
Dopo l'ammollo una bella e abbondante sciacquata, poi la asciugo con della carta da cucina, la  metto nel suo sacchetto e la conservo in attesa del successivo utilizzo.
E' superfluo dire che tutte le manovre vanno fatte con le mani pulitissime.


Considerazioni finali
Adesso che so cosa vuol dire affrontare il ciclo con la coppetta al solo pensiero di tornare agli assorbenti mi manca l'aria. Non fanno proprio più parte dei miei pensieri e quando vado al supermercato e mi capita di passarci accanto li snobbo e passo oltre :)
Già il reparto con i prodotti per l'igiene della persona non lo frequentavo più un granché perché mi faccio molte cose da sola, adesso ancora meno, quindi anche la spesa economica è totalmente azzerata.
Altra cosa che non ho più è quella sensazione di disagio quando sono in giro. Noi donne la conosciamo bene. E' quel terrore di sporcarsi, paura che si veda il volume dell'assorbente, o che qualcuno possa sentire cattivi odori aggiunto poi alla consapevolezza di essere vincolate nello scegliere un pantalone invece che un'altro, di non poter fare anche solo il bagno nella vasca perché sarebbe leggermente disgustoso sguazzare nel proprio sangue, oppure di andare in un bagno non nostro e stare lì a contemplare il water per essere sicure di non aver lasciato macchie.
Adesso è totalmente diverso! Accavallo le gambe senza timore di strizzare o spostare qualcosa. Dormo finalmente rilassata e senza pensieri anche a pancia in su (prima evitavo..), niente odori, niente asciugamani macchiati.. nessuno può immaginare o dedurre che è quel periodo del mese! :)
Se non fosse per qualche crampetto ogni tanto e una fame vorace non mi ricorderei di essere in quei giorni. Il 90% dello stress da mestruazioni è sparito e io sono davvero grata a chi ha inventato la coppetta, e anche prima di sapere "chi" ero certissima che fosse stata una donna! :)

Grazie Leonora Chalmers :*



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mercoledì 25 aprile 2012

Oleoliti.. che passione!!! (Seconda parte)

Clicca qui per leggere Oleoliti... che passione!!! (Prima Parte)

Bene, come si fanno lo abbiamo capito (e poi non è una cosa complicata), ma ora la domanda è: con quali droghe si possono fare gli oleoliti? Con tutte, o quasi, nel senso che è essenziale che le sostanze che noi vogliamo estrarre siano liposolubili.
Per sostanze idrosolubili o che necessitano di altri solventi, come alcool, glicerina o altro ne parlerò in un altro post.

Le droghe utilizzate sono facilmente reperibili in qualunque erboristeria e non sono per niente costose. Vi basterà prenderne 50 grammi di ognuno per avere anche mezzo litro di oleolito.
La parte della pianta utilizzata è in genere il fiore e quesndi vanno bene sia il metodo lento "a freddo" che quello a caldo. Quando la parte utilizzata è altro e quando è richiesta una lavorazione particolare lo specificherò.

Per cominciare, fate quelli base, ovvero quelli che sono buoni per gran parte delle preparazione e disturbi della pelle, come Camomilla, Calendula e Lavanda da fare con il procedimento a freddo oppure a caldo.
Se volete possono essere messi assieme a macerare in un unico barattolo, ma io preferisco fare sempre preparati separati e se serve mescolarne assieme le piccole quantità desiderate.

Adesso vi parlerò delle proprietà delle diverse droghe, quelle di uso più comune e solo inerenti all'uso esterno, quindi per applicazioni sulla pelle, anche se come sicuramente saprete molte droghe hanno importanti proprietà anche se ingerite, ma queste è meglio chiederle ad fitoterapeuta o ad un erborista.
Per info maggiori rispetto alle singole piante una bella ricerca in rete vi darà una visione davvero esaustiva e approfondita.
E' importante anche sapere che, oltre alle proprietà specifiche delle droghe, negli oleoliti si aggiungono anche le proprietà degli oli utilizzati, ma di questo dovrò parlarvi in seguito. (panoramica)

Oleoliti lenitivi e addolcenti
Questi oleoliti possono essere usati in maniera semplice e pratica puri sulla pelle, preferibilmente bagnata (sono perfetti dopo il bagno), come oli da massaggio, o per preparati semplici di cui vi parlerò presto.



Oleolito di Camomilla:
Eccezionali capacità anti-infiammatorie. E’ un alleato molto efficace nella
lotta contro molti problemi di irritazione della pelle.
Proprietà: antinfiammatorio, emolliente e lenitivo della pelle aiuta la riparazione cellulare e a guarire prima le piccole ferite.
E’ utile in caso di: infiammazione e problemi della pelle, allergie, eczema, psoriasi, prurito, acne, punture di insetti, arrossamento, irritazione, pelle screpolata, i tagli, pelle secca e sensibile.
E’ ideale per essere aggiunto in formulazioni per creme per il viso, lozioni e creme solari.
Ottimo per addolcire shampoo o bagnoschiuma.

Colore: giallino
Odore : quello piacevole caratteristico della camomilla


Oleolito di Calendula:
Calma le infiammazioni e favorisce la guarigione. E’ un prezioso alleato per la pelle fragile, sensibile o irritata.
Proprietà: antinfiammatoro, calmante, antiedema, antiossidante, potente anti-aging.
E’ utile in caso di:lividi, infiammazioni, irritazione della pelle come dermatiti, ustioni, eczema, lievi scottature.
E’ ideale per essere aggiunto in formulazioni per creme per il viso, lozioni e creme solari.
Ottimo per addolcire shampoo o bagnoschiuma.

Colore: aranciato
Odore: leggermente erbaceo


Oleolito di Lavanda:
Velocizza la guarigione delle piccole ferite, ha proprietà lenitive, antimicotico e atossico , questo olio può essere applicato puro su ferite, ustioni, scottature, punture di insetti, psoriasi, acne e infezioni fungine.
Proprietà: fungicida eccellente, analgesico (allevia il dolore), antibatterico e antifungino. Ideale in caso di punture di insetti, ustioni, ulcere, piaghe da decubito, psoriasi, reumatismi, acne.

E’ ideale per essere aggiunto in formulazioni per creme per il viso, lozioni e creme solari.
Ottimo per addolcire shampoo o bagnoschiuma.

Colore: violaceo/azzurrognolo
Odore: quello piacevole caratteristico della Lavanda

Oleoliti specifici per traumi, contusioni e piccole ferite
Questi oleoliti che vi illustro qui di seguito fanno parte di una categoria che può tornare assai utile in caso di bisogno. Anche di questi non è necessario farne quantità enormi, anche 100 ml di oleolito filtrato vanno benissimo.
Possono essere usati da soli, ma sono più spesso utilizzati in mix nelle formule di unguenti o balsami in modo da essere più facilmente applicati localmente.


Oleolito di Arnica:
Questa droga purtroppo al momento è di difficile reperibilità perché in via di estinzione. E' vietato quindi raccoglierla in natura, ricordatelo in caso vi capitasse di incontrala. Chi ama la natura la protegge :D
Vi consiglio invece, se lo desiderate e avete il pollice verde, di cercare i semi su internet o da venditori del settore e seminarla da voi. Se vi riesce la soddisfazione sarà doppia ;)
Ve ne parlo lo stesso però perché non è difficile trovare in commercio l'oleolito già fatto. State però attenti che sia solo a base di oli vegetali e arnica e niente altro di origine minerale o sintetico, tipo: paraffina, petrolati o altri oli minerali, siliconi o altre schifezze varie.

L'Arnica è una pianta nota da secoli per combattere le scottature e le lesioni muscolari e articolari.

Proprietà: infiammazioni muscolari e articolari.
Indicazioni: ideale da massaggiare sui muscoli, articolazioni doloranti, crampi, colpi, contusioni, reumatismi. Accelera la guarigione di lividi e infiammazioni della pelle.

Colore: giallo paglierino
Odore: leggermente erbaceo


Oleolito di Artiglio del Diavolo:
A differenza delle droghe precedenti, dove vengono utilizzate le sommità fiorite, la parte che in questo caso viene usata è la radice che come vi ho già detto nel post Oleoliti (prima parte) ha bisogno di essere trattata in maniera più decisiva rispetto ad un delicato fiore, quindi in questo caso è d'obbligo il procedimento "a caldo".
In genere questa droga viene venduta in scagliette, ma nel caso fossero pezzi grandi o porzioni di radice sarà necessario spezzettarla e ridurla in pezzetti più piccoli, altrimenti l'estrazione non sarà massima.
Dopo il procedimento a caldo, non essendo una droga con eccessivo pulviscolo non occorre filtrarla tutta subito, ma si può lasciare tutto il barattolo così com'è e filtrare di volta in volta solo l'oleolito necessario.

Anche lui, come l’Arnica è perfetto per i dolori articolari e affini. L’arnica agisce principalmente a livello cutaneo e muscolare, l’Artiglio del Diavolo va un po’ più a fondo e assieme lavorano in sinergia.
Proprietà: infiammazioni muscolari e articolari.
Indicazioni: contro tendinite, dolori cervicali, mal di schiena, contusioni, artrite.


Oleolito di Iperico:
L'iperico, o Erba di San Giovanni (perché il periodo di massima fioritura è il 24 giugno) è un'altra pianta portentosa.
Ha bisogno di un procedimento tutto suo per farne un oleolito che si rispetti, ovvero attraverso la "digestione solare".
L'iperico è una pianta estiva e si trova facilmente nei campi e per fortuna! Visto che ci serve fresca.
Il processo per questo oleolito è attraverso la Digestione solare e la trovate descritta nel primo post sugli oleoliti.
Proprietà: rigenera e rinnova la pelle, calma i rossori, antirughe, antinfiammatorio cicatrizzante, antisettico e antivirale..
Indicazioni: facilita la guarigione delle piccole ferite in brevissimo tempo, allevia la pelle scottata dal sole e riduce la formazione delle bollicine d'acqua, utile in caso di ustioni, è un antirughe per le pelli mature perché le riattiva. E' utile in caso di Herpes, piaghe e couperose.

Colore: rosso
Odore: erbaceo ma particolare

Già partendo con questa base di oleoliti si possono fare tante cose per mille problemi. Quindi iniziate a farne, non ve ne pentirete e presto vi dirò come fare dei preparati più elaborati con questi ingredienti.



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venerdì 20 aprile 2012

La Straordinaria Stevia

Alcuni la conoscono già, altri la conosceranno presto grazie al passaparola, io ve ne parlo adesso: la Stevia.
La Stevia rebaudiana Bertoni (della famiglia delle Composite come i crisantemi) è un'erbacea arbustiva perenne, di piccole dimensioni, nativa delle montagne fra Paraguay e Brasile. Questo grazioso cespuglietto verde, di facile coltivazione, ne ha viste di tutti i colori: in Sud-America è molto comune, ma qui da noi è stato per molto tempo usato, poi bistrattato, vietato, ma alla fine ce l'ha fatta, la Stevia da quest'stanno è coltivabile e reperibile anche in Italia.

Sì, vabbè, ma quindi? Perché è speciale?
- perché è un dolcificante naturale
- ha 0 calorie (sì, avete letto bene, zero calorie)
- il suo potere dolcificante è 300 volte quello dello zucchero
- la possiamo avere a costo nullo (se la coltiviamo in casa) o comunque minimo se acquistiamo il prodotto finito
- ha un buon sapore dal retrogusto aromatico di liquirizia molto leggero
- è perfetta per i diabetici (non causa picchi glicemici)
- ottima per bambini (non da dipendenza come gli zuccheri raffinati)
- non favorisce la carie
- la si può usare facilmente anche nelle ricette perché con il calore non muta e non interferisce chimicamente con gli atri ingredienti
- se si mastica una foglia ci gratifica il palato e ci soddisfa la voglia di dolci per molto tempo
- aiuta la digestione

Come motivazioni possono bastare, che dite? :)


Un passo indietro
All'inizio dell'estate scorsa ho letto su un forum "Stevia libera!". Ho pensato subito ad una ragazza rapita da chissà quali banditi e ho pensato: "povera ragazza". Poco dopo ho capito il significato: era un modo in rete per chiedere che venisse resa libera la coltivazione e l'uso della Stevia. Intendiamoci, non è una qualche droga, eh! (meglio esser chiari :P)

Dopo qualche settimana l'ho trovata per caso nel vivaio vicino casa mia, presa dalla curiosità ne ho assaggiata una foglia ed era vero! Era dolcissima!!
Ancora titubante però non l'ho acquistata e me ne sono pentita amaramente.
Ho continuato però a fare ricerche in rete e ho scoperto la storia travagliata della Stevia.
Il suo uso nei prodotti alimentari è vietato ancora oggi in Europa e USA e fino a poco tempo fa lo steviolo e lo stevioside erano ritenuti cancerogeni. Nonostante questo, la FDA ne ammette l'uso come integratore dietetico, ma non ancora come ingrediente o additivo alimentare.
Il divieto per la Stevia in Europa, secondo gli amanti di questa pianta, non sarebbe però da attribuirsi solo ai rallentamenti dovuti dagli studi scientifici, ma anche da qualche interesse economico. Questa "scoperta" infatti sarebbe un grande danno nei confronti delle compagnie che si occupano di dolcificanti perché non sono state riscontrate controindicazioni per l'uso a differenza invece dello zucchero raffinato che sappiamo può causare carie, obesità, dipendenza ed è un alimento vitato ai diabetici, oppure anche rispetto ai dolcificanti chimici come l'aspartame, che in grosse dosi può avere effetti lassativi oltre alle scoperte fatte da recenti studi scientifici che lo ritengono addirittura tossico.


Fino agli anni '50 era comunemente usata anche i Italia, poi con l'avvento dello zucchero raffinato, come spesso succede, il naturale è stato accantonato ma era comunque reperibile. Nel 2000 l'UE ne vietò l'uso e la commercializzazione e quindi sparì definitivamente nel dimenticatoio, e anche per me era totalmente sconosciuta.
Quest'anno finalmente la liberalizzazione per la coltivazione e l'uso. Un piccolo grande traguardo.


La Stevia oggi
Come ho detto adesso si trovano facilmente le piantine di Stevia (nei vivai) o le foglie polverizzate (nelle erboristerie), non solo, ci si può imbattere nella Stevia anche al supermercato.
Non appena una cosa è bella e naturale la si deve sfruttare e trasformare, mah! E quindi tra gli scaffali ho scovato due marche diverse di "dolcificante a base Stevia". Attenzione: non di Stevia, ma a base di Stevia.

Quella in vendita infatti non è Stevia pura, ma glucoside dello steviolo (che è permesso) addizionato con altre sostanze che servono o a nascondere il  tipico retrogusto di liquirizia, o a dargli volume, perché le dosi da usare quando si dolcifica con Stevia sono davvero minime, ne parleremo dopo.
Le marche che ho trovato sono 2: una conteneva in aggiunta anche l'aspartame e dava comunque, anche se minimo un apporto calorico e l'altra con eritritolo, un altro dolcificante a zero calorie che però può dare effetti lassativi. Ah, e ovviamente gli aromi.
Quindi siamo da capo a dodici!
Lo steviolo, però per rispondere alla caratteristiche di sicurezza è testato sugli animali :( quindi la cosa non mi piace particolarmente) e preferisco optare per la Stevia VERA.
Personalmente però ammetto che prima di avventurarmi al buio in questo mondo io il dolcificante da supermercato l'ho provato (quello senza aspartame) perché volevo conoscere questo nuovo sapore e abituarmici. Ogni cosa nuova va conosciuta, no? ;P
Sono ormai 5 giorni che uso esclusivamente lo zucchero di Stevia (quello del supermercato) per dolcificare e devo dire che mi piace. L'ho testato nel latte, nello yogurt bianco magro e nelle tisane. Ottimo!
Presto proverò quello raffinato, e poi l'esperimento proseguirà con la polvere di foglie (le mie). Sono curiosa di "saggiare" le differenze di gusto e di aroma.
E poi proverò anche la semina, che è molto difficile da quello che ho letto, ma se non provo non sto bene! :D



Come si usa
Lo zucchero puro di Stevia non va dosato come un comune zucchero bianco raffinato, ma va trattato in dosi decisamente minori. Lo stevioside è dalle 110 alle 270 volte più dolce del saccarosio mentre il rebaudioside Arebaudioside C tra le 40 e le 60.
Il suo sapore dolce è dovuto allo stevioside, molto più dolce e "forte" del saccarosio, mentre quello ricorda un po' l'aroma di liquirizia è dovuto al rebaudioside. 

Per dolcificare con le foglie in polvere di Stevia quindi è sufficiente un quarto di cucchiaino. In caso di estratto in polvere ancora meno, una mini puntina di cucchiaino.

E' perfetta per i diabetici perché in rapporto al volume ha un bassissimo, quasi insignificante indice glicemico. Quindi anche i diabetici possono concedersi qualche dolcezza con tranquillità.

La Stevia non contiene zucchero e non ha nulla a che vedere con l'aspartame. Ecco qualche numero per avere un visione generale della questione dolcificanti e calorie, ad esempio in rapporto ad una dose:
- un cucchiaino di miele (5 gr) 20 Kcal
- un cucchiaino di zucchero bianco (4 gr) 16 Kcal
- una bustina di fruttosio 16 Kcal
- un cucchiaino di zucchero di canna (4 gr) 14,4
- una compressa di aspartame 4 Kcal
- una puntina di Stevia 0 Kcal
- un cucchiaino di Stevia 0 Kcal
- un cucchiaio di Stevia 0 Kcal
- ...  ;)

Non solo, a differenza dell'aspartame lo zucchero di Stevia può essere usato anche per cucinare. Il calore infatti non ne altera la struttura chimica e le qualità organolettiche!!


Quale scegliere
Questo dipende da voi. Se siete abituate all'aspetto bianco e bello dello zucchero allora optate per quella raffinata, se non badate all'aspetto ma volete qualcosa di pratico  e puro allora la polvere fa per voi. Se amate le avventure allora siete come me e vorrete senza dubbio avere delle piante tutte vostre per produrre la Stevia autonomamente.

L'estratto concentrato si presenta come una polverina bianca, ma deve esserci scritto ben chiaro la percentuale di purezza (la trovate al massimo del 95%, meglio c'è solo la polvere di foglie essiccate), qui da noi nei negozi non si trova, ma è acquistabile online.
E' 300 volte più dolce dello zucchero e per dolcificare ne basta meno di una puntina di cucchiaino.
E' molto probabile che in futuro si possa trovare facilmente anche nelle erboristerie.
Ha un aspetto familiare e ricorda molto lo zucchero a velo, quindi in caso si abbia a che fare con i bimbi questa è l'ideale (sappiamo tutti la repulsione che hanno i bambino per il verde..) anche se dovrete essere voi a dolcificare per loro vista la infinitesimale quantità che serve, oppure in caso di ospiti che alla vista di polvere verde o foglie potrebbero arricciare il naso.



In alternativa nelle erboristerie potete trovare la polvere di foglie secche, quella verde, che altro non è che foglie secche polverizzate al 100%.
E' 30 volte più dolce dello zucchero.
Si può usare con lo stesso criterio della bianca, solo in proporzioni maggiori. Un quarto di cucchiaino equivale ad un cucchiaino, e comunque in caso di necessità si può sempre aggiungerne un po'.
Ma c'è però da dire che questo tipo di polvere è facilmente replicabile in casa, basta una pianta di Stevia, raccogliere e far seccare le foglie, triturarle con un macinacaffè e il gioco è fatto! Semplicissimo.
Se però si è pigri.. allora conviene acquistarla.



Per finire, l'ultima alternativa, la più stimolante secondo me, è possedere qualche pianta di Stevia.
In questo caso per dolcificare liquidi come thè, caffè e tisane, si possono usare una o due foglie fresche appena raccolte, spezzettate grossolanamente o lasciate intere e messe in infusione per un minuto o più a seconda del grado di dolcezza desiderato.
In più è un salvadieta, non solo per via delle calorie, ma perché se ti porti dietro qualche foglia e senti una voglia di dolce improvvisa ne puoi gustare un pezzettino e il suo sapore dolce durerà anche un ora e ti appagherà. Lascia in bocca un ottimo sapore e senza rischio di carie.

Insomma, questa Stevia è una pianta bellissima ed è tutta da scoprire. In rete cominciano a circolare anche molte ricette preparate con questo dolcificante, quindi non vi resta che provare e farmi sapere come vi trovate ;)




Queste nelle foto sono le mie. Ho cercato e cercato e finalmente 4 giorni fa le ho trovate!! (il costo è di € 3,50 a vasetto)
Nei vivai trovate la Stevia nel reparto delle erbe aromatiche, e questo fa capire che anche i vivaisti sanno cosa è e a cosa serve, buona cosa.
Adesso sono davvero piccole, alte circa 15 centimetri, ma cresceranno e allora avrò anche io la mia produzione casalinga di Stevia.
Tanto per cominciare però ho fatto delle ricerche per capire come si cura, non voglio rischiare di farle fuori :D
Poi vi dirò come fare. Intanto io sperimento!




Questo video è tratto da Geo&geo sulla Stevia del 21 Marzo 2012





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domenica 15 aprile 2012

Oleoliti.. che passione!!! (Prima parte)

Ecco una delle cose che non possono mancare in casa di chi vuole approfittare dei doni della natura: gli oleoliti!
E' un discorso molto lungo perché c'è davvero tanto da dire, ma è davvero una cosa affascinate, quindi qui affronteremo le cose dal lato teorico e in altro post vi darò qualche consiglio sulle droghe specifiche e le loro proprietà.
Ve ne parlo perché sono la base di molti miei preparati di cui vorrei parlarvi, quindi è meglio partire dall'inizio ;)

Cosa sono gli oleoliti?
Sono dei macerati oleosi ottenuti composti di olio (di diversi tipi) e i principi attivi di droghe secche o fresche.
Sono economicissimi da fare, molto validi da soli e soprattutto sono le basi per poter realizzare preparati composti. In pratica le droghe cedono con la macerazione le sostanze attive (le proprietà) all'olio. Poi questo viene filtrato et voilà, fatto!
Sono macerati conosciuti da secoli per veicolare le sostanze buone e liposolubili delle erbe.

Cosa serve per farli?
Serve davvero poco. Si parte da un olio o una miscela di oli a seconda di quanto si vuole spendere, da che olio si ha a disposizione, e dall'uso che se ne vuole fare con il prodotto finito.
Ad esempio se con l'oleolito si vuole fare del sapone è meglio farlo con solo olio di oliva; se lo si vuole usare puro sulla pelle dopo la doccia come nutriente per la pelle secca allora meglio un mix, ad esempio: mandorle dolci, riso e Olys (il Carapelli, molto ricco di vitamine e sali minerali) dosandoli a piacere. Oppure usarne solo uno se lo si ha in abbondanza, come ad esempio: semi di girasole (meglio se spremuto a freddo), di vinaccioli, ecc.
Poi si sceglie la droga secca o fresca che fa per noi, in base alle nostre preferenze o necessità, ad esempio Lavanda, Camomilla, Calendula...


Una volta fatti quanto durano?
La loro durata dipende da molti fattori, in primis la scadenza dell'olio, il metodi di conservazione, l'igiene, la temperatura in cui si tiene.. comunque possono arrivare a durare anche un paio di anni, e con degli additivi che ne allontanano l'irrancidimento anche di più.
Comunque accorgersi che un oleolito non è più utilizzabile è molto semplice perché puzzerà e avrà il classico odore nauseante dell'olio irrancidito. In questo caso va cestinato o meglio usato per saponificare, ma non messo sul corpo o nei preparati.

Come si fanno?
E' presto detto: si sceglie la droga che si desidera passi le sue proprietà all'olio (l'importante è che tali proprietà siano liposolubili) e la si mette in un barattoli di vetro col tappo a vite (tipo quelli della Bormioli) nella quantità che si desidera. SI ricopre tutto con l'olio o mix di oli a piacere, si avvita il tappo per bene e si da una prima agitata. Si copre con della carta di alluminio, si etichetta scrivendo la data di realizzazione, che droga si è usata, con che oli e la si mette in un luogo buio e fresco per 40 o più giorni agitandola almeno una volta al giorno.
Dopo i 40 giorni al fresco e al buio si passa al primo filtraggio.
Ci si organizza con un recipiente capiente, un imbuto e un colino larghi e 1 o 2 fogli di carta da cucina.
Nel recipiente poggiami l'imbuto, sopra il colino e ancora sopra la carta. Versiamo piano il contenuto del barattolo e lasciamo che lentamente l'olio scenda e venga filtrato delle parti solide delle droghe. Questo passaggio è molto lento e possono volerci anche delle ore.
Finito il filtraggio lasciare al riposo l'olio ottenuto senza scuotere il recipiente per altre 24 ore, in modo che eventuali residui polverosi si depositino sul fondo.
La droga che rimane dal filtraggio non buttatela perché si può riutilizzare in diversi modi. Tenetela per adesso nello stesso barattolo che conteneva l'oleolito in macerazione.
Dopo 24 ore i residui nell'olio si saranno depositati. Versare piano piano l'olio nel contenitore definitivo (una bottiglia di vetro scuro è l'ideale tipo quella della birra o anche verde con un tappo di plastica) oppure rifiltrare con la carta come la prima volta avendo però l'accortezza di non prendere il fondo "sporco".
Quel fondo versatelo invece nel baratolo della droga che avete conservato dal filtraggio.
Etichettate la bottiglia scrivendo sempre di che droga è fatto, la data di realizzazione e gli oli utilizzati.
Conservare in un luogo fresco e al riparo dalla luce.

Metodo veloce
Esiste anche un metodo veloce per preparare gli oleoliti, e lo si usa tutte le volte che non abbiamo voglia o tempo per aspettare i 40 giorni, oppure per alcune droghe fresche che contengono una percentuale di acqua, o ancora per quelle droghe composte da foglie dure, resine o radici che hanno bisogno di una macerazione più incisiva, e questo è il "metodo a caldo".
Si procede come al solito, con droga, barattolo e olio. In questo caso l'olio è preferibile che sia di semi di girasole perché resiste alle alte temperature e non c'è rischio di irrancidimento.
Se la droga è fresca si fa a barattolo aperto, per far evaporare l'acqua, se è secca a barattolo chiuso per non rischiare di mandare schizzi d'acqua nell'olio e per non perdere le proprietà volatili della droga.
Si mette sul fuoco un pentolino con dentro il barattolo e con la quantità d'acqua sufficiente per arrivare a metà del nostro vasetto e si procede con il bagnomaria dolce per 4 ore. Fare attenzione a non far bollire l'olio e ad aggiungere altra acqua nel bagnomaria man mano che questa evapora.
Trascorse le 4 ore si lascia raffreddare e poi si filtra come già descritto.

Ci sono però delle eccezioni, ovvero delle piante la cui estrazione deve avvenire per forza con un metodo preciso. Si procede a freddo ma per meno giorni e la macerazione deve avvenire sotto la luce diretta del sole. Una pianta che richiede questo trattamento ad esempio è l'Iperico fresco e in questi casi si dice "digestione solare", ecco come si procede:

Digestione solare:
Prendere i fiori, ad esempio dell'iperico, metterli in un barattolo e riempirlo di olio di girasole biologico preferibilmente spremuto a freddo, poi si copre la bocca del barattolo con un tovagliolo (stoffa o carta) fermato con un elastico.
Mettere al sole diretto per una ventina di giorni riportandolo dentro casa la notte, per farlo stare lontano dall'umidità.
Dopo qualche giorno, se si stratta di Iperico, l'olio inizierà a diventare via via sempre più rosso, questo è buon segno, significa che si sta estraendo l'ipericina, sostanza che a noi serve che passi all'olio per farlo essere curativo e sfruttarne i benefici.
Dopo i 20 giorni, o anche più se si desidera, si filtra e si imbottiglia come un classico oleolito.

Clicca qui per leggere Oleoliti... che passione!!! (Seconda Parte)                
                                                      

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mercoledì 11 aprile 2012

Detergente super delicato alla farina d'avena

Sempre in tema di detergenti ecco il mio preferito, ideato da me, quello fatto con la farina d'avena.

E' molto delicato, disarrossante e adatto a chi come me ha la pelle del viso particolarmente delicata. Può essere usato anche come maschera calmante e lenitiva all'occorrenza in caso di rosacea, scottature solari, reazioni allergiche cutanee.
Se fatto in quantità maggiori può essere usato anche per tutto il corpo al posto dei normali saponi e modificando di poco gli ingredienti può essere usato anche per il bagnetto dei più piccini.

Gli ingredienti sono più o meno facili da reperire e per questi preparati è necessario possedere una bilancina di precisione viste le quantità minime espresse in grammi. Se ne trovano di molto economiche, circa € 10,00 nei negozietti dei cinesi oppure su eBay.
Munirvi anche di un barattolo con coperchio per conservare il detergente.

Ecco cosa serve per averne all'incirca 50 gr:

- Argilla bianca (Caolino) 15
- Farina di Avena 10
- Infuso di lavanda 13 (acqua demineralizzata 20 gr + un cucchiaino di fiori di lavanda freschi o secchi)
- Glicerina vegetale 10
- Oe di Lavanda 10 gtt
- Oleoresina di Benzoino (o olio essenziale di Benzoino) 6 gtt

Procedimento:
Con l'acqua e la lavanda preparate l'infuso e lasciatelo riposare qualche minuto coprendolo con della pellicola trasparente. Dopo una decina di minuti filtrate e pesatene 13 grammi.
All'infuso freddo unite la Glicerina vegetale e mescolate.
Pesate in una ciotolina il Caolino e la farina d'Avena e mescolatele assieme. Poi versatevi la parte liquida e amalgamate bene con un cucchiaino.
Unitevi l'Oe di Lavanda e l'Oleoresina di Benzonino e mescolate ancora.
La pasta detergente deve risultare bella liscia ma compatta. In caso fosse eccessivamente dura potete unire qualche altra goccia di infuso.
Dopo aver bene amalgamato invasettare in un contenitore con coperchio pulito e asciutto. Vanno benissimo quelli delle vecchie creme viso che io conservo sempre.
Etichettate scrivendo cosa è e la data di realizzazione. Si conserva per qualche mese senza problemi, ma comunque questa quantità minima è fatta in modo tale da permettere di essere consumata in tempi brevi.

Detergente delicato alla lavanda, farina di avena e Benzoino




Uso come detergente:
Inumidire il viso (o il corpo) con acqua tiepida. Prelevare un po' di pasta dal vasetto e scioglierla tra le dita bagnate. Si formerà una crema da massaggiare delicatamente sul viso. Non fa schiuma ma deterge benissimo togliendo sebo e impurità. Sciacquare abbondantemente, asciugare tamponando e non strofinando, poi passare sul viso un buon tonico e la crema viso come da abitudine.
L'odore è piacevole e ovviamente sa di lavanda.
In caso di quantità maggiori se ne possono mettere un paio di cucchiai nell'acqua della vasca.. una vera goduria! Giuro ;)

Uso come maschera:
Inumidire il viso con acqua tiepida. Prelevare della pasta dal vasetto (un po' di più rispetto all'uso come detergente) e scioglierla tra le dita bagnate. Si formerà una crema da massaggiare delicatamente sul viso e lasciare in posa da 10 a 20 minuti senza farla asciugare e seccare. In caso inumidirsi le dita e massaggiare il viso per bagnarla di nuovo. A fine posa risciacquare con acqua tiepida, tamponare il viso con un asciugamani e passare il tonico e la crema come da abitudine.

Per i più piccini:
Nella versione per i bebè non vano aggiunti l'olio essenziale di Lavanda e il Benzoino perché per le pelli dei più piccini potrebbero risultare irritanti. Naturalmente però senza il Benzoino, che tra le sue numerose virtù ha anche quella di fungere da conservante naturale (presto ve ne parlerò), questa pasta non si conserverà a lungo, massimo una settimana se tenuta in frigo o comunque fino anche non si notano dei cambiamenti di odore, colore o consistenza.

Varianti:
Al posto della farina di avena, che a volte può essere difficile da trovare, è possibile usare anche la farina di ceci, che è sempre delicata e ottima, ma ha un odore caratteristico e non proprio paradisiaco, oppure del Ghassoul o Rhassoul, che è un po' più aggressivo ma per chi non ha particolari problemi di pelle è un ottimo ingrediente. In questi casi calare l'infuso a 10 grammi anziché 13.
Io personalmente li ho sempre tutti e 3 perché è buona abitudine cambiare periodicamente il detergente o qualsiasi trattamento corpo per non sensibilizzare la pelle e cercare di avere più benefici da tutto, un po' come con l'alimentazione, e uso la pasta detergente al Ghassoul due volte al mese come scrub delicato.
Stesso discorso per l'infuso. Potete usare quello che preferite in base ai vostri gusti e alle vostre personali esigenze.


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