mercoledì 16 novembre 2011

Il Primo Sapone – Sapone all’olio di oliva


Non scrivo post da tempo perché sono in attesa che mi arrivino gli ingredienti per fare nuovi saponi, ma quale occasione migliore per scrivere la Ricetta Maestra del sapone?
Quindi, ecco come si comincia ed addentrarsi nel mondo del sapone fatto in casa o ameno ecco la prima ricetta con la quale ho iniziato.

Quando si comincia ad avere qualche nozione teorica sul sapone viene spontaneo passare allo step successivo e cedere alla la voglia di provare.

Ricordo ancora il primo sapone che ho fatto… ero tesissima, avevo studiato praticamente a memoria ogni passaggio e avevo passato i giorni precedenti a cercare tutto quello che mi serviva.

Come tutti quelli che adesso fanno da sé il proprio sapone ho iniziato dalla ricetta base, quella più semplice come procedimento e come ingredienti. Ma non sottovalutatela, il risultato finale è un SUPER SAPONE! Certo, molto semplice, ma da quella volta è nato il mio amore per i saponi fatti a mano e ricordo con piacere quel mio primo esperimento.

Il sapone in questione è quello con solo Olio di Oliva.

Si può usare anche Olio Extra Vergine (denominato EVO) ma quello io preferisco metterlo sull’insalata, anche perché il mio lo acquisto da amici di famiglia che lo producono e onestamente mi sembrerebbe uno spreco, un peccato mortale!

Le regole fondamentali per fare il sapone sono 2:

- NON modificate in alcun modo le dosi e gli ingredienti

- NON modificate in alcun modo il procedimento

Se queste due regole non saranno rispettate il sapone non verrà! Soprattutto riguardo gli ingredienti: la quantità di soda è calcolata in base alla quantità e la tipologia di olio usato. In questo caso il calcolo è stato fatto precisamente per la quantità e il tipo di olio della ricetta.

Altra regola importantissima è il maneggiare con cura e attenzione la soda caustica. In questo post troverete tutte le informazioni necessarie. Fare il sapone è un’esperienza molto piacevole, ma la soda caustica potrebbe rovinare la poesia, quindi MI RACCOMANDO!!

Inutile dire che non mi assumo responsabilità in caso di incidenti o errori.

Fate attenzione, non mi stancherò mai di ripeterlo. Se non vi sentite sicuri NON fatelo, ma se volete comunque provare il sapone fatto a mano chiedete a chi lo produce se è disponibile a spedirvene un panetto. In caso contattatemi pure all'indirizzo lologi26@gmail.com.

In questo post cercherò di illustrare il tutto il procedimento completo.

UN CONSIGLIO: leggete questo articolo dopo aver letto “Soda Caustica - Come maneggiarla senza rischi” e tenetelo aperto mentre leggete questa pagina perché man mano che procederò con la spiegazione tra parentesi () vi indicherò il numero del paragrafo a cui dovrete fare riferimento ne post citato in modo da non dover ripetere cose già dette e non dilungarmi troppo.

Per gli utensili indispensabili per fare il sapone vi invito a leggere i punti 5 e 6.

Ecco la ricetta per 1 kg di grassi:

METODO A FREDDO

- 1 kg di Olio di Oliva (non 1 litro, ma 1 kg, pesatelo)

- 128 gr di Soda Caustica (NaOH)

- 300 gr di acqua (preferibilmente demineralizzata)

Con questa ricetta si ottiene circa 1,3 Kg si pasta di sapone. Cercate quindi uno stampo capiente che possa contenerlo e diversi stampi. Le vaschette dei gelati, quelle di plastica non polistirolo, vanno benone.

Iniziamo:

in un contenitore capiente e resistente al calore pesare l’acqua. In un bicchiere di plastica usa e getta pesare la soda (leggere punto 4 ).

Versare con attenzione tutta la soda nell’acqua (punto 7) e mescolare delicatamente per farla sciogliere bene.

Intanto che la soda lentamente si raffredda pesare l’olio e metterlo in una pentola capiente.

Non mettetelo ancora a scaldare, l’olio si scalda velocemente e la dosa invece si raffredda molto lentamente.

Il nostro obbiettivo e quello di avere sia l’olio che la soluzione acqua/soda caustica in torno ai 45°C.

NOTA: prestate attenzione alla temperatura della soda, perché nel caso si abbassi troppo non sarà più possibile scaldarla.

Misurate di tanto in tanto la temperatura della soda per tenerla sotto controllo. Quando è sui 46°-47° mettere la pentola con l’olio sul fuoco. Dopo un paio di minuti controllate la temperatura e aspettate ancora (se troppo bassa) o togliete dal fuoco (se ok).

Date un’ultima controllata alla soda, poi all’olio e se le temperature sono giuste si può procedere.

A questo punto versate la soluzione acqua/soda nell'olio e mescolate per qualche secondo con il mestolo fino a quando il tutto non abbia assunto un colore cremoso.

Poi armate di Minipimer dare qualche frullatine (dei colpetti di un paio di secondi vanno bene) alternandole a mescolate, sempre usando il Minipimer.

Nel giro di pochi minuti vedrete che il composto cambierà consistenza, da liquido diventerà man mano più cremoso. Continuare ad alternare colpetti di frullatore a mescolate.

Con questo tipo di ricetta si può arrivare al nastro bello deciso, ma è possibile anche un nastro medio (cos’è il nastro?).

Quando il tutto è pronto versatelo negli stampi, livellate la superficie con un cucchiaio o una spatola “leccapentola” e mettete al calduccio per 24-48 ore. Il caldo è essenziale per far terminare il processo di saponificazione degli oli, quindi coprite gli stampi con pellicola trasparente (no alluminio!) e coprire il tutto con una coperta. Il pile va benissimo.

Trascorse 24-48 ore si può sformare il sapone. Mettere di nuovo i guanti perché il sapone è ancora caustico, e con delicatezza farlo uscire dagli stampi. In caso di difficoltà si può mettere il sapone nel congelatore per 10 minuti, ma solo 10. Poi sarà più semplice fare uscire il sapone. L’ideale sarebbero gli stampi in silicone.

Se il sapone lo avete fatto un uno o più stampi grandi è questo il momento di tagliarlo a fette di un paio di centimetri di spessore. Dopodiché mettere le saponette in un luogo fresco, e asciutto a stagionare. La stagionatura è importantissima, infatti il sapone non e ancora utilizzabile. Con il tempo la soda sparirà e il sapone sarà pronto. In oltre la stagionatura permette al sapone di asciugarsi e perdere una parte di quota acquosa, cosa che lo farà resistere di più all'irrancidimento e lo farà consumare di meno quando lo userete.

La stagionatura per questa ricetta è di 4-6 settimane per essere usato con tranquillità, ma più stagione meglio è.

Questo tipo di sapone anche se non abbiamo usato coloranti e fragranze avrà un bel colore crema chiaro e un delicatissimo odore di pulito.

Bisogna tener predente però non farà una schiuma corposa come siamo abituati dai saponi industriali (pieni di schifezze), ma quando lo userete produrrà una delicata cremina poco schiumosa. E questione di farci l’abitudine.

Poi con il tempo imparerete a fare saponi con miscele di oli diversi che invece produrranno schiuma in modo naturale.

Questo sapone, come tutti gli altri fatti a mano da me, è naturale e biodegradabile al 100%, quindi usatelo ovunque senza paura, in capeggio, al mare…

Soprattutto per lavare i vostri bimbi, anche piccolissimi o con la pelle delicata soggetta ad allergie (io ne so qualcosa..:P)

Spero di esservi stata utile e di avervi incuriosito a provare


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venerdì 9 settembre 2011

La "Stagionatura del Sapone"


Il sapone altro non è che il frutto di una reazione chimica e questo risultato è la trasformazione dei grassi per opera della soda caustica.

La soda caustica, come è noto, non è una sostanza da sottovalutare perché molto pericolosa per la pelle, però è necessaria.

Ma allora come è possibile usare il sapone così ottenuto? La risposta è semplice, bisogna aspettare.

Questa attesa è la famosa “stagionatura del sapone”, quel periodo più o meno lungo in cui ogni residuo di soda finisce il suo processo di saponificazione all’interno dei panetti del sapone per poi disperdersi. In conclusione quindi, il sapone correttamente prodotto (seguendo rigorose regole sulla proporzione degli ingredienti e la loro tipologia) e adeguatamente stagionato è privo di soda caustica e quindi può essere usato.

La stagionatura dipende da molti fattori: dallo sconto soda, dallo sconto acqua, dagli oli usati, dal procedimento scelto per fare il sapone… insomma non è una regola fissa, comunque di norma non è mai inferiore alle 4 settimane e l’ideale sarebbero 6 o 8 se proprio si ha fretta di usarlo.

Se questa fretta non c’è il mio consiglio è di aspettare, perché con il passare delle settimane tutta l’acqua all’interno dei panetti evapora e il panetto acquista in durezza, farà più schiuma (laddove sono stati usati oli utili a questo scopo) e si consumerà meno durante l’uso.

La prima fase della stagionatura, quindi dalle 4 alle 6 settimane è bene tenere il sapone all'aria (non all'aperto, eh!), in un luogo areato, fresco e asciutto, poi per il resto del tempo, in attesa di essere usate o regalate le saponette possono essere sistemate dentro scatole di cartone (le scatole delle scarpe vanno benone) e tra una saponetta e l’altra un pezzo di carta assorbente.



Consiglio di scrivere sempre sulla scatola la data di creazione del sapone e la composizione degli oli. Questo potrebbe sembrare inutile, soprattutto se avete un solo sapone all’attivo, ma se si saponifica spesso la confusione è assicurata ;)

In poche parole:

- date il tempo al sapone di perdere la soda caustica prima di usarlo per le canoniche settimane richieste.

- lasciate stagionare il sapone anche a lungo, che è come il vino, più invecchia meglio è!


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sabato 3 settembre 2011

Taglio Sapone "Fiore di Latte"



Che dire... è venuto bellissimo!!!
Nonostante lo abbia sformato e tagliato 7 ore prima del dovuto (ero troooppo impaziente) è risultato bello sodo, asciutto e compatto.
Niente bolle d'aria, niente crepe o striature.. tutto perfetto, dalla prima all'ultima fetta!

Grazie allo stampo apribile su tutti i lati tirarlo fiori è stato semplicissimo.

L'odore sa ancora un po' di soda, ma si sente già il classico profumo di pulito. Ora ho sistemato i panetti a stagionare in fila come tanti soldatini.

Con passare delle settimane vedrò i cambiamenti di colore. Sicuramente scurirà.

La parte della stagionatura è quella più noiosa... vorrei provarlo subito.









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venerdì 2 settembre 2011

Sapone “Fiore di Latte”


Questo è l’ultimo nato, un delicatissimo sapone al latte.

Farlo è stata una piacevolissima distrazione al caldo afoso di oggi pomeriggio. E un sapone senza fronzoli come si può ben vedere, ma ottimo nella composizione. Non contiene coloranti, fragranze o oli essenziali, ma solo oli e latte e per la precisione contiene:

- Olio Extra Vergine d’Oliva
- Olio di Oliva
- Olio di Mandorle Dolci
- Olio di Cocco
- Olio di Ricino
- Latte

Ho voluto omettere anche gli oli essenziali perché volevo davvero un sapone adatto alla pelle di tutti anche dei più piccoli.

Un amico di famiglia ha avuto da poco una bimba e non appena il sapone sarà stagionato sarà perfetto per farle il bagnetto.

L’aspetto è quello di una bella crema pasticcera, e anche la consistenza, o per lo meno adesso che è ancora morbido, ma domani avrà assunto un colore più scuro e alla fine della stagionatura sarà di un bel nocciola. Questo è l’effetto degli zuccheri del latte che con il calore della soda caustica caramellizza e con il tempo cambia colore.

Il profumo sarà quello classico. Un buonissimo odore si pulito che è naturale nel sapone e che trovo delizioso.

Per intenderci, io amo anche i saponi frou-frou, allegri, colorati e profumati, ma è sempre una buona cosa a vere anche un sapone neutro per i periodi in cui la pelle ha bisogno di relax.

Ora è a riposo. A domani.







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mercoledì 31 agosto 2011

I "Difetti" del Sapone Artigianale


I vantaggi del sapone artigianale sono innumerevoli: è un prodotto naturale, eco compatibile, delicato, che rispetta la pelle anche la più sensibile, non contiene schifezze varie e, non per ultimo è una soddisfazione sia farlo che usarlo.

Però, anche il sapone fatto con tanto amore ha i suoi difetti (almeno 3), uno di questi è la "bava", ovvero quella consistenza viscida che assume la saponetta quando è bagnata.

Non è una sensazione piacevolissima e come per tute le cose con il tempo e qualche stratagemma ci si convive benissimo. E non è neanche qualcosa che influisce sulla qualità del sapone stesso anzi, è una ulteriore prova che il sapone che stiamo usando è artigianale.

Il fattore scatenante che dà questo effetto sono alcuni tipi di oli, come ad esempio l'olio di oliva e l'olio di girasole, ricco di oli insaturi.
Un olio che non da questo problema è l'olio di palma usato in alte percentuali, il che sarebbe positivo, visto che costa molto poco rispetto all'oliva ed ad altri oli. L'unico problema, per me essenziale, è che non è affatto eco-bio. Ettari ed ettari di foreste sono stati distrutti per creare piantagioni di palma da olio, con un danno ambientale immenso, animali che non hanno più un posto dove andare o peggio uccisi.

Assolutamente NO! Mi tengo la mia bavetta, e con orgoglio anche!!

E poi, l'olio di palma non ha proprietà particolari sulla pelle, invece l'olio di oliva e di girasole sì, quindi per quanto mi riguarda il problema è risolto. Scelgo il benessere e la natura e mi tengo la bavetta.

Per aiutare la saponetta in questione ad asciugarsi bene basta usare un portasapone, magari in legno, o comunque a listarelle in modo da facilitare il passaggio dell'aria anche sotto il sapone.
E comunque, una lunga stagionatura migliora sicuramente il sapone (peccato che i miei vanno a ruba non stagionano mai troppo a lungo...)

Un ulteriore limite del sapone Home Made è la schiuma. Siamo abituati a pensare (grazie alle pubblicità) che un buon sapone che lava debba fare una montagna di morbida e bianca schiuma. All'apparenza sì, ma se ci ragioniamo sopra capiremo che i tensioattivi usati per fare le fantomatica schiuma in realtà sono la causa dell'aggressività del sapone.
I saponi artigianali, non contenendo tensioattivi, non hanno una "schiumosità" naturale, strettamente legata agli olii usati. L'olio di oliva ad esempio, se usato da solo non fa schiuma, ma una delicata cremima solo leggermente schiumosa. Però ci sono alcuni oli che di schiuma ne fanno... insomma le alternative ci sono!
Ma se posso dire la mia, il sapone con solo olio di oliva è un must ed è assolutamente da provare!! ;)

Un'altro difetto (ma che poi un vero difetto non è) è che esteticamente non è impeccabile, minuscole crepe o avvallamenti, una forma non perfetta, piccole bolle d'aria, magari non è tagliato in modo ineccepibile, insomma, non è fatto con le macchine, ma a mano ed ogni saponetta, anche della stessa ricetta è un pezzo UNICO.

Il fatto è che siamo così abituati ai prodotti industriali apparentemente "perfetti" che non tolleriamo più niente che non rispetti i nostri standard abituali.
Bisogna rendersi conto che le cose fatte secondo natura sono "imperfette" esteticamente.
Avete mai provato la differenza di sapore di una bella mela lucida del supermercato e una bruttina un po' ammaccata colta dall'albero di un contadino?
Se l'avete provata allora la bavetta per voi non è assolutamente un problema ;)


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martedì 30 agosto 2011

Gli Stampi per il Sapone


Trovare gli stampi giusti per fare il sapone devo ammettere che è una cosa noiosa e stimolante allo stesso tempo.
Le domande che almeno io mi ponevo alla vigilia di una nuova magia di sapone erano infatti: di che forma lo faccio? Uso stampi singoli o uno stampo bello grosso? Dove li trovo? Posso usare qualcosa di riciclato?
Dunque, nella mia esperienza, breve devo ammettere (è solo un anno) trovo gli stampi migliori siano quelli in silicone e le ragioni sono molto semplici. Lo stampo in silicone permette di sformare il sapone con estrema facilità e senza ammaccarlo e poi ce ne sono mille tipi diversi. Gli svantaggi invece sono: il prezzo, perché non se ne trovano al di sotto al di sotto dei €10,00 salvo rare eccezioni e la reperibilità, a parte la forma classica a plum cake o lo stampo a tortiera di forme utili a tale scopo non ne ho visti molti altri in giro.

Le forme ideali sono tutte quelle che producono monoporzioni come per fare i muffin ad esempio, o ovali, a cubo…
La preoccupazione del prezzo è lecita anche perché lo stampo in questione se usato per fare il sapone poi non è più utilizzabile in cucina perché la plastica potrebbe assorbire un po’ di soda caustica.
Quindi le alternative agli stampi in silicone sono, o accontentarsi di stampi di fortuna, frutto di riciclo e di ingegno, o costruirsene (o farsene costruire) uno ad hoc (approfondirò il discorso prossimamente).
Sugli stampi alternativi le possibilità sono infinite. L’unica cosa da tener predente è di usare qualcosa di flessibile o sacrificabile per poter far uscire il sapone orami solido.
Tra i miei preferiti ci sono: le vaschette per il gelato (non quelle in polistirolo) del supermercato, ideali per saponi che non hanno grandi pretese estetiche, tipo un sapone personale o uno per il bucato. Insomma, per quei saponi che non è importante se l’aspetto è bruttino.
E’ da tener presente ovviamente che, una volta tagliato le fette possono essere aggiustate al coltello per dargli una forma regolare. Gli scarti possono sempre essere riutilizzati (ne parlerò in un altro post).
Poi ci sono i contenitori i Tetra Pack, quelli dei succhi di frutta, della passata, del latte..


Basta “decapitarli”, versare il sapone e al momento di sformarlo basterà, con delicatezza e attenzione, tagliare e strappare via il contenitore. In questo caso lo stampo è monouso.
Poi ci sono: bicchieri di plastica, vasetti dello yogurt o dei budini, alcune vaschette dei formaggi… e qui si continuerebbe all’infinito. E’sufficiente che vi guardiate intorno per scoprire che sì, quella cosa lì sarebbe perfetta come stampo per il sapone.
Un’altra cosa importante è sapere cosa evitare, quindi niente forme rigide che non consentono al sapone di uscire e contenitori di rame, di stagno, di ferro, di ghisa, di alluminio, di polistirolo, di vetro (per il motivo della difficoltà dello sfornare) e anche quelli antiaderenti.
Il sapone, durante le 24 ore mentre saponifica sprigiona calore, poi c’è la soda caustica e il fatto che una volta solido poi non esce più, queste sono le 3 cose da tenere a mente nella ricerca di uno stampo.

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lunedì 29 agosto 2011

Taglio Sapone “Pelle di Pesca”

Oggi finalmente ho visto il frutto del mio lavoro di ieri...

Ho tagliato il sapone “Pelle di Pesca” e che bella soddisfazione!!

Sembrano tante fetta di torta.

Siccome ne sono venuti fuori parecchi saprò cosa regalare a Natale. Sì, farò un bel cesto con un mix dei miei saponi preferiti, tanto so già che sarà un regalo gradito da maschietti e femminucce.

Ormai sto trascinando tutti con me nel mondo dell’Ecobio e delle cose naturali.

Il risultato è stato sorprendente! L’aspetto è bellissimo e l’odore pure.. ma non è merito della polpa di pesca. Ho aggiunto una fragranza cosmetica alla pesca che è a dir poco pazzesca! Per precisare non è il classico odore infantile di pesca, quello delle caramelle per intenderci, ma un profumo di pesca da donna, uffà non so come spiegarlo!

Quello che voglio è che il profumo resti sulla pelle dopo essermi lavata. Chissà! lo sapremo a fine stagionatura.


Comunque questa fragranza è davvero super. Ci farò altri esperimenti di sicuro, ma per adesso sono in attesa di quella alla banana ;)

Mi sono già innamorata di questo sapone, e l’attesa della stagionatura sarà lunga e noiosa, vorrei provarlo subito!! E poi le vitamine della frutta faranno benissimo alla mia pelle!! Come tutti i miei saponi del resto ;)



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domenica 28 agosto 2011

Sapone “Pelle di Pesca”

Proprio adesso ho finito di preparare un nuovissimo sapone!!

Ho voluto sperimentare in una ricetta di sapone collaudata l’aggiunta di vera polpa di pesca, quindi ho comprato delle pesche, ne ho scelta una bella carnosa, matura e profumata e l’ho destinata a questo sapone. Un matrimonio perfetto direi!

Adoro questo frutto, il colore, l’odore, il sapore… è il mio simbolo dell’estate e siccome la bella stagione ormai è agli sgoccioli ho voluto cercare un modo per portarla con me durante il prossimo, lunghissimo e grigissimo inverno. Si capisce che l’inverno non mi piace vero?

Finalmente ho provato lo stampo rettangolare di legno che ho progettato e costruito. No, vabbè lo ammetto, non ho fatto tutto da sola, anzi i miei meriti e le competenze si limitano alla progettazione…

L’aspetto per ora mi piace. Ho impreziosito il tutto con dei microglitter cosmetici cangianti ed è davvero carina la cresta rossa. Il profumo, nonostante si senta ancora la soda caustica (sparirà man mano con il passare dei giorni) la fragranza cosmetica alla pesca ha fatto il suo dovere. Devo riacquistarla, è proprio buona!

Chissà domani se i colori saranno rimasti così o scuriranno... vedremo. Tanto domani sarà il momento del taglio. Non vedo l'ora, così sperimenterò anche l'affetta sapone, sempre fatto a mano.

Beh, allora, a domani!



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venerdì 26 agosto 2011

Il “nastro” nel sapone

Quando si prepara il sapone, un momento molto importante è il raggiungimento del cosiddetto “nastro”, ovvero quando i grassi e la soluzione liquido/soda caustica si sono emulsionati in modo tale da permettere la corretta saponificazione del composto.

Tradizionalmente questo momento lo si raggiungeva manualmente, rimestando e rimestando il calderone ma oggi, fortunatamente direi, in nostro soccorso è arrivata la tecnologia.

Lo strumento indispensabile per fare il sapone (in generale) e quindi per raggiungere il nastro (più specificatamente) è il Minipimer o più comunemente chiamato frullatore a immersione.


Questo elettrodomestico permette, in tempi molto brevi, di emulsionare il tutto energicamente, senza schizzi pericolosi (il composto contiene la soda caustica) e ancor più fondamentale senza incorporare aria. Infatti il sapone col metodo a freddo non va montato, cosa che accadrebbe se si usassero le fruste di uno sbattitore, ma frullato.

Lo sbattitore può essere usato però per un’altra tipologia di sapone, il Whipped Soap, ma ne parlerò in un altro post.

Lo scopo del Minipimer è quello di far collidere le particelle di soda con quelle dei grassi e compiere la magia del sapone.

Ma cosa è nello specifico il nastro? Come lo si riconosce?

Il momento del nastro è quando il tutto è emulsionato, ovvero non si separa più il liquido dai grassi e il composto assume l’aspetto e la consistenza di una crema più o meno densa.

Non va usato il Minipimer ininterrottamente fino a quando questo avviene, bensì vanno alternati colpetti di frullatore a mescolate o con il frullatore stesso o con un mestolo. Questo perché, lo dico per esperienza personale, il povero elettrodomestico potrebbe andare in fumo..

Il nastro però può avere diversi aspetti, ovvero può essere “nastro leggero”, “nastro medio”, o quando è bello accentuato semplicemente “nastro”. Queste differenze, specificate sempre nelle ricette, sono la risposta a diverse esigenze che si hanno per una determinata ricetta ma non hanno differenze significative al fine della riuscita del sapone. Sono solo accortezze per maneggiare meglio il composto, mi spiego meglio:

Il “nastro” vero e proprio è il momento in cui con la pasta di sapone puoi “scrivere”, ovvero, quando sollevando il Minipimer con il sapone che cola potete formare dei ghirigori che restano belli netti sulla superficie del resto del composto. Come una crema pasticcera bella consistente.

Questo metodo è l’ideale per quei saponi semplici che non conterranno né pigmenti colorati, né fragranze. Questi due ingredienti infatti hanno lo svantaggio di “ammassare” in gergo, ovvero di addensare velocemente la pasta di sapone. Quindi in caso si vogliano aggiungere è il caso di optare per il nastro medio. Un’altra cosa da tenere presente se si sceglie il nastro è che il sapone sarà meglio metterlo in uno stampo unico grande piuttosto che in stampini, perché le piccole o grandi bolle d’aria che inevitabilmente potrebbero essersi formate non sarà facile mandarle via. Certo, in genere si batte un po’ lo stampo per far assestare il sapone ma qualcosa resta sempre e si rischia di rovinare l’aspetto finale. Per la stessa ragione non sarà facile far scendere bene il composto negli stampi singoli senza rischiare di lasciare dei vuoti.

Come si sa le cose dense sono… dense!

Il “nastro medio” è qualche frullata prima del “nastro”, ed è la consistenza giusta per poter mettere il sapone in stampini medio/piccoli. E’ possibile aggiungere pigmenti e fragranze ma poi bisogna versarlo negli stampi nel più breve tempo possibile.

Il “nastro leggero” è semplicemente quando il tutto è ben emulsionato ma il composto risulta ancora liquido/cremoso. Questo nastro permette l’aggiunta di pigmenti e fragranze e la creazione di bellissimi effetti di colore a strati, versato, mescolato…

E’ importante specificare che anche con il nastro leggero dopo qualche minuto il composto tende normalmente ad addensarsi sempre di più, quindi anche in questo caso le varie operazioni di divisione del composto e decorazioni varie vanno fatte in tempi accettabili.

Un’ultima cosa: nelle ricette è comune trovare le denominate “aggiunte al nastro”, e come funziona? Semplicissimo! Una volta raggiunto il nastro richiesto dalla ricetta vanno fatte le aggiunte al nastro degli ingredienti suggeriti.

Avete altre domande?


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giovedì 25 agosto 2011

Soda Caustica - Come maneggiarla senza rischi

Per fare il sapone in casa, sia se si usa il metodo a caldo che quello a freddo è necessaria la soda caustica.

A questo ingrediente è il caso di dedicare qualche riga da leggere attentamente perché da una cosa piacevole, utile e divertente, come fare il sapone, basta poco per avere brutte sorprese o incidenti evitabili.


SODA CAUSTICA è il nome con cui identifichiamo comunemente l'idrossido di sodio (simbolo chimico NaOH). Si tratta di un alcale formato dal legame di un atomo di sodio (Natrium, Na) con uno di ossigeno (O) e uno di idrogeno (H).
Il legame è tra questi atomi è molto instabile ed è per questo motivo che la soda caustica reagisce con violenza e tende a combinarsi velocemente soprattutto con i liquidi.
Per fare il sapone si usa idrossido di sodio anidro puro al 98-99 per cento, quindi va trattato con cautela, ma non bisogna esserne terrorizzati. Basta seguire alcune regole su come maneggiarla e come trattarla in piena sicurezza e fare il sapone sarà una bellissima esperienza, che del magico, ve lo garantisco!
Ecco le regole:

1- Per cominciare bisogna sapere dove acquistarla. Nelle ferramenta o anche nelle drogherie (che però stanno scomparendo) è molto facile trovarla e costa davvero poco. Si trova sotto forma di scaglie biancastre o perle.Molto importante è acquistare l’idrossido di sodio (soda CAUSTICA) e non prodotti A BASE DI SODA, altrimenti la concentrazione ti tale ingrediente è così bassa che il sapone non vi verrà.

2- Come per tutte le sostanze pericolose, e reagendo a contatto con i liquidi compresa l’umidità dell’aria, una volta acquistata la soda va conservata in un luogo asciutto, lontano da fonti di calore, cibi o bevande, al riparo da bambini e animali domestici. Io, oltre a chiudere bene il contenitore (in genere un barattolo di plastica a bocca larga) lo tengo in una busta annodata con una bella etichetta grande e visibile con scritto “SODA CAUSTICA”, e magari ci disegno pure il classico teschio dei pirati, tanto per essere chiari…


3- Quando si fa il sapone, anche se sarebbe una cosa molto affascinante da vedere, evitate di farlo con bambini presenti o.. persone che non sanno stare ferme con le mani e hanno una spiccata vena collaborativa. Idem per cani, gatti o altri animali che zampettano da tutte le parti. Trovatevi un posto tranquillo dove non sarete disturbate, rilassatevi ma restate concentrate e godetevi lo spettacolo del sapone.

4- La sicurezza al primo posto, e quindi avrete bisogno di alcune cosette per tutelarvi. La soda caustica al contatto con i liquidi potrebbe schizzare quindi un paio di occhiali da lavoro in plastica trasparente (sempre in ferramenta) o un paio di occhialini da immersione vi proteggeranno da eventuali rischi. Evitate gli occhiali da sole, noi vogliamo fare il sapone, non diventare una talpa ustionata!Stesso discorso per le mani, ma qui sono sufficienti i guanti di gomma, quelli per lavare i piatti. No ai guanti in lattice, sono troppo sottili e non coprono gli avambracci.Il sapone ha bisogno di stagionare prima di essere pronto all’uso, questo tempo serve alla soda che resta di essere eliminata, ciò significa che bisognerà indossare i guanti anche quando si maneggerà il sapone durante questo periodo perché potrebbe essere irritante.Un bel grembiule completerà questa divisa da palombaro/alieno. Se durante la lavorazione del sapone qualcuno suonerà alla vostra porta NON aprite. Non tanto per il sapone, ma perché potreste causare un bello spavento al mal capitato! 5- Ora passiamo agli strumenti necessari per fabbricare il sapone, quindi ci servono:- una bilancia elettronica di precisione- un bicchiere di plastica- un termometro che misuri da -10 a +110- una pentola di acciaio inox- una caraffa o una ciotola in vetro o ceramica resistenti alle alte temperature- cucchiai di acciaio inox- un cucchiaio di legno- un frullatore a immersione (Mini Pimer)- stampi per il sapone in silicone o alternative domestiche come vecchie vaschette del gelato, ecc.- vecchie coperte per avvolgere gli stampi e tenerli caldiMateriali da evitare: rame, alluminio, ferro, antiaderenti

6- La soda caustica, ormai l’abbiamo capito è pericolosa. Oltre al contatto diretto va assolutamente evitata anche l’ingestione accidentale, ma anche questi rischi possono essere facilmente evitati e abbiamo 2 alternative:

a. utilizzare come utensili oggetti vecchi che non riutilizzeremo per cucinare. Questo però verrà automatico quando fare il sapone sarà per noi una piacevole abitudine. Ma se lo vogliamo fare solo per provare? Conviene poi buttare pentole e cucchiai? Allora c'è la seconda possibilità!
b. lavare bene (ma bene bene!) e abbondantemente tutti gli oggetti che intendiamo riutilizzare a in cucina (tranne il cucchiaio di legno e gli stampi ovviamente che verranno usati d’ora in poi solo per fare il sapone) aggiungendo nell'acqua oltre al sapone un bel bicchierone di aceto (che aiuta a neutralizzare la soda caustica).

7- Uno dei passaggi da fare per creare il sapone è far sciogliere la soda nell’acqua. La soda a contatto con un liquido provoca una reazione chimica che porta il liquido a scaldarsi molto velocemente, anche oltre 80°, e sono possibili degli schizzi di acqua calda o pezzetti di soda.E’ molto importante versare la SODA nell’ACQUA e NON VICEVERSA per evitare questi rischi!Questo passaggio è consigliato farlo mettendo la ciotola d’acqua che attende la soda nel lavandino, in questo modo se dovesse rompersi per il calore andrebbe tutto nello scolo del lavello senza rischi per te o danni materiali. In oltre va ricordato che questa reazione soda/liquido rilascia dei fumi molto irritanti, quindi se è possibile è consigliabile farla all’esterno, oppure mantenendo la finestra aperta durante questa fase ed evitare di star lì con la testa china sulla soluzione a guardare cosa succede (tanto non è niente di particolarmente interessante).

8- In caso di contatto accidentale con la soda caustica sulla pelle niente panico, ma mettere la parte colpita sotto abbondante acqua corrente per qualche minuto. Tenete sotto mano sempre o dell’aceto o una soluzione di acqua e acido citrico che neutralizza la basicità della soda. Se la parte colpita sono gli occhi significa che non indossavate gli occhiali protettivi (mannaggia!), sciacquate sempre con acqua corrente e andate dal medico per sicurezza. In caso di ingestione andate il prima possibile nel più vicino Pronto Soccorso.Queste sono le semplici regole per fare il sapone e divertirsi.Il tono leggermente umoristico di questo mio resoconto non ha lo scopo di far pensare che maneggiare la soda sia un gioco, anzi, le regole ci sono e sono da seguire attentamente. C’è da dire però che la soda non può essere uno spauracchio che ci blocca. Anche tagliare il pane, se fatto senza un minimo di buon senso può diventare pericoloso, ma questo non ci impedisce di farlo. Se si conoscono i lati pericolosi di qualcosa si scoprono anche i modi per evitarli. Quindi adesso non avete più scuse.Vi garantisco che la prima volta sarà molto stressante (per via della paura della soda o più semplicemente di sbagliare e può capitare che la prima volta non vi riesca), ma vi assicuro che la soddisfazione è tanta e capirete che ne è valsa la pena!

Quella nell'immagine sotto è la marca che più facilmente si trova in commercio, ad un prezzo che si aggira intorno ai € 2,50 ed è 1 Kg.




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mercoledì 24 agosto 2011

Sapone "Yogurt e Caramello"

Ieri ho fatto un altro bel sapone! Yuppi!!

In attesa di usare il meraviglioso stampo in legno(realizzato da una persona per me speciale) ho optato per gli stampi insilicone.

In rete si trovano moltissime ricette, con il latte, ma ioho voluto provare una cosa nuova MAI vista, ovvero farlo con lo Yogurt. Neavevo un po' di quello bianco e ho provato. Il risultato mi è piaciuto MOLTO!!

METODO A FREDDO
Ecco la ricetta per 1Kg di grassi:
- 500 gr. olio extra vergine d’oliva
- 200 gr. olio di cocco
-150 gr. olio di riso
- 120 gr. olio di mandorle dolci
- 30 gr. burro di cacao (da aggiungere al nastro)
- 300 gr. Yogurt bianco
- 136 gr. soda caustica (NaOH)(Sconto del 5%)
- un cucchiaino dibiossido di titanio (o più a piacere)
- 20 ml fragranza cosmetica al caramello


Per il procedimento leggere attentamente le istruzioni. Non si prepara come un normale sapone.
Le ricette dei saponi al latte hanno bisogno di un determinato procedimento, ovvero di lavorare con la parte liquida (latte o in questo caso Yogurt) congelata.Gli zuccheri contenuti nel latte infatti aumentano il potere della soda che raggiunte temperature superiori rispetto all'utilizzo della sola acqua.Quindi come prima cosa va pesato lo Yogurt, diviso in 2 o più bicchieri di plastica e messo nel congelatore per almeno 12 ore.Quando lo Yogurt è congelato tiralo fuori dai bicchieri e metterlo in una capiente ciotola.Bisogna spettare 10-15 minuti affinché si ammorbidisca un po' e nel frattempo pesare tutti gli oli e prepararsi tutti gli ingredienti e gli utensili in modo da averli tutti a portata di mano.
Poi, pesare la soda caustica, ridurre in pezzi grossolani tipo granita lo Yogurt e versarci sopra la soda iniziando a mescolare lentamente. (Tenete sempre a mente e rispettate le norme di sicurezza per maneggiare la soda!)
Tra una mescolata e l'altra mettere gli oli a scaldare e il burro di cacao a sciogliere dolcemente a bagnomaria. La soda agendo sullo Yogurt ghiacciato non arriverà a temperature alte come al solito, quindi controllate spesso la temperatura che non deve scendere al di sotto dei 45-50°.Portare gli oli a 45-50° e quando tutto il ghiaccio e la soda si saranno sciolti unire le due miscele (io passo sempre la soda con un colino per non rischiare di aggiungere qualche pezzetto di soda che magari non si è sciolto )Mescolare all'inizio con il cucchiaio di legno, poi dare un paio di colpi col minipimer.

ATTENZIONE: questo sapone non deve arrivare al nastro classico, quello che scrive, ma un nastro leggero. Quindi non frullate troppo.Quando il tutto avrà una consistenza ancora liquida, ma cremosetta e ben emulsionata è il momento di aggiungere il burro di cacao fuso, mescolare bene, un colpetto di minipimer e poi la fragranza.Mescolare ancora col cucchiaio di legno un po' e poi ancora qualche colpetto di minipimer, senza farlo addensare troppo.
Dividere in due ciotole separate il sapone. Uno lo lasciate così, nell'altro metterete il biossido di titanio stemperato un un bicchierino con un po' d'acqua.Mescolare e poi come al solito una frullatina, sempre leggera.

Il tutto è pronto per essere messo negli stampi, mettendo prima alternando le due colorazioni a piacere.

Il sapone fatto con latte o Yogurt, come in questo caso, non resta bello chiaro, ma con la stagionatura imbrunisce e diventa color caramello. Il biossido aiuta a schiarirlo e a creare un bell'effetto marmorizzato.
E adesso a stagionare per un mese abbondante!!

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sabato 20 agosto 2011

Sapone delicato alla Lavanda per pelli sensibili

Questa ricetta è la prima volta che la provo. Cercavo un sapone solido da usare sotto la doccia, ma che non fosse eccessivamente sgrassante. Quello all'olio d'oliva lo trovo troppo aggressivo per me.

La ricetta l'ho trovata sul sito de Gli Alchimisti ma per la mia ho apportato lievi modifiche:



Ricetta per 1 kg di grassi:

METODO A FREDDO
- gr 400 olio di girasole
- gr 350 olio di oliva
- gr 200 olio di riso
- gr 50 olio di mandorle dolci

- gr 201 infuso di lavanda freddo
- gr 124 idrossido di sodio (soda caustica) sconto soda tra il 6-7%

- 1 cucchiaino bello pieno di farina di riso
- 40 gg di Oe alla lavanda
- 1 cucchiaio e 1/2 di fiori di lavanda

Preparare l'infuso di lavanda e lasciare raffreddare bene.
Una volta freddo scioglierci dentro la soda caustica (facendo attenzione a non ustionarsi: usare i guanti e magari una mascherina come descritto qui), lasciare raffreddare fino a una temperatura di circa 40° (io ho velocizzato il raffreddamento con un bagnomaria freddo).
Mentre la soluzione raffredda, pesare in una pentola d'acciaio tutti i grassi e farli scaldare fino a raggiunere anche qui una temperatura di 43°.
Preparare intanto, in un piccolo contenitore a parte, tutti gli oli essenziali miscelati insieme, aggiungendovi il cucchiano di farina di riso (serve per fissare il profumo).
Quando tutto è a temperatura, versare la soluzione della soda nella pentola dei grassi, dare qualche mescolata con un cucchiaio, quindi procedere a miscelare tutto con il frullatore ad immersione.
Il composto impiegherà un po' di tempo ad addensarsi fino al "nastro" (consistenza diventa simile a quella della maionese), quando si può "scrivere" sulla superficie del sapone fermarsi, aggiungere gli oli essenziali, mescolare ancora un po' e versare il composto nello stampo o negli stampi scelti.
Avvolgere gli stampi in una coperta e custodire al caldo (vicino ad un termosifone d'inverno, o comunque al caldo) per diverse ore. Dopo un giorno, sformare il sapone e lasciarlo in un luogo fresco asciutto e arieggiato a stagionare minimo 6 settimane prima di essere usato.

Immagine




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